formazione psichiatrica

 

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA

DIP. DI CHIMICA BIOLOGICA, CHIMICA MEDICA E BIOLOGIA MOLECOLARE

SEZIONE DI PSICHIATRIA

GRIMALDI DI TERRESENA LIRIA, BORZÌ IRENE MARIA LUISA, INGA FIAMMETTA

IL PARENTING STRESS INDEX SHORT FORM: UNA VALUTAZIONE SPERIMENTALE DELLO STILE DI ATTACCAMENTO

John Bowlby definì l’attaccamento come “la propensione innata a cercare la vi-cinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabili ai pe-ricoli ambientali per fatica, dolore, impotenza o malattia” (Bowlby,1969). Egli affermò che atteggiamento infantile e comportamento adulto si sincronizzano in una vera e propria “struttura d’attaccamento” (Bowlby, 1960), dunque nella diade madre-bambino, il comportamento di uno avvia automaticamente quello dell’altro. Sin dalla vita intrauterina il piccolo stabilisce una particolare relazione con la ma-dre, e questa risponde all’attaccamento del figlio con un comportamento comple-mentare: il parenting o stile genitoriale. L’insieme di parenting e comportamento d’attaccamento del bambino determina la relazione di reciprocità. Poiché il piccolo dell’uomo nasce immaturo, l’attaccamento comincia a essere ben evidente solo do-po i primi sei mesi di vita, mentre, con la comparsa della locomozione, inizia l’at-tivazione di un altro sistema motivazionale: quello d’esplorazione (i primi studi su quest’ultimo furono eseguiti nel 1978 da Mary Ainsworth, in quella che divenne famosa come “Strange Situation”). Bowlby arrivò a teorizzare che se il compor-tamento della madre è adeguato ed ella è riuscita ad assumere il ruolo di “Base Sicura” (Bowlby, 1988), lo sviluppo del sé del piccolo non è compromesso, mentre in caso di parenting disfunzionali si potranno avere gravi disagi, con sviluppo di pattern di attaccamento insicuri. In seguito, contemporaneamente alla crescente ca-pacità di elaborare le informazioni, i legami di attaccamento vengono interiorizzati dal bambino e trasformati in “Modelli Operativi Interni”, dai quali deriverà il senso di sé e degli altri. I disturbi dell’attaccamento non sono ancora un’entità diagnostica definita e non ci sono molti studi scientifici che li definiscono chiaramente. L’esordio della pro-blematica si colloca in genere prima dei cinque anni di età, mentre i principali indicatori di disagio sono la socialità indiscriminata e l’isolamento. Le statistiche mostrano che 15-20 anni dopo i traumi dell’attaccamento, questi bambini, ormai adulti o adolescenti, potranno sviluppare: disturbi di personalità, disturbi del comportamento alimentare, stati depressivi, tentativi di suicidio ed aggressività (Rygaard, 2007). Nell’ambito della teoria appena descritta si colloca questo studio, che intende verificare se le madri che mostrano disfunzioni personali hanno poi difficoltà nel rapportarsi con i figli, e se i piccoli, a loro volta, rispondono con pattern d’attac-camento deficitari. Materiali, metodo e campione I test utilizzati sono stati Parenting Stress Index/Short Form, MHQ ed Hmilton Rating Scale for Depression. Il PSI/SF di R. Abidin è un questionario di autovalu-tazione, somministrabile in circa cinque/dieci minuti, pensato per l’identificazione precoce dei fattori che possono compromettere il nomale sviluppo del piccolo. La validazione italiana del test interessa solo la forma breve (PSI/SF), che deriva diret-tamente dalla forma estesa, poiché in essa sono contenute tutte le voci con parole identihe. Lo strumento si basa sull’ipotesi secondo cui lo stress che un genitore te-sta è frutto congiunto di determinate caratteristiche del bambino, del genitore stesso e di una serie di situazioni strettamente collegate al ruolo di genitore. Alla forma breve sono stati aggiunti dati riguardanti la madre, tra cui età, stato civile, istru-zione e professione. Il PSI-SF può essere utilizzato da una gamma ampia di profes-sionisti, non solo psicologi, ma medici, tecnici della riabilitazione psichiatrica e operatori sociali. Esso può essere utilmente adoperato anche per l’assessment del rischio d’abuso infantile e in ambito forense per l’affidamento dei minori. Questo test indaga tre principali domini di fattori stressanti, riconducibili alle caratteristi-che del bambino, a quelle del genitore e ad eventi situazionali-demografici. Nella Forma breve esso si compone di 36 item, articolati in tre sottoscale: • Parental Distress o Distress genitoriale (PD): questo dominio mostra i di-sturbi del genitore, ed il punteggio limite è 36. • Parent–Child Dysfunctional Interation o Interazione genitore-bambino disfunzionale (P-CDI): focalizzato sulla percezione del figlio come non rispon-dente alle aspettative genitoriali. Il punteggio limite è 27. I punteggi superiori a 30 indicano la possibilità che si realizzino abusi sul piccolo. • Difficult Child o Bambino difficile (DC): centrato su alcune caratteristiche del bambino, che lo rendono facile o difficile da gestire. Il punteggio limite è 36. È infine possibile calcolare un punteggio di risposte difensive, che stima il grado con cui il soggetto risponde al questionario tendendo a dare una più favore-vole immagine di sé. Esso si calcola sommando il punteggio ottenuto nelle doman-de 1, 2, 3, 7, 8, 9, 11, e non dovrebbe essere maggiore di 11. Il punteggio delle singole sottoscale è ottenuto sommando ed invertendo il valore di ciascuno dei nu-meri segnati, mentre il totale dello stress (TSS o Total Stress Score) è ottenuto sommando i punteggi delle singole aree e non dovrebbe essere superiore a 90. PSI/SF, MHQ ed Hamilton Rating Scale for Depression sono stati somministrati a n.72 madri di bambini d’età compresa tra i tre ed i quattro anni, presso due studi pediatrici di Paternò (Ct). Il campione è composto da 30 bambini e 42 bambine. Per quanto riguarda la scolarità, 27 madri possiedono la licenza media, 30 il diploma e 15 la laurea. La quasi totalità delle madri è coniugata (69 pari al 95,8%), una risulta divorziata, una convivente ed un’altra nubile. L’età mediana delle madri (in anni) è pari a 30, mentre quella dei bambini (espressa in mesi) è 27,50. Analisi statistica e risultati Nel “Parenting Stress Index” sono emersi i seguenti valori: • Per la voce “PD” o “ Stress genitoriale” la valutazione statistica dimostra che 12 madri, pari al 16,7%, stanno sperimentando un livello elevato di stress derivante dal loro ruolo genitoriale. • Nella voce “P-CDI” o “Interazione disfunzionale genitore-bambino”, il 31,9% ha ottenuto un punteggio superiore o uguale a 28. • Anche nella variabile “DC” o “Bambino difficile”, 23 genitori, pari al 31,9%, hanno ottenuto un punteggio significativo. • Infine, il 43,1% di madri cui è stato somministrato il Parenting Stress Index, hanno ottenuto un punteggio totale superiore a 90, dunque il loro livello totale di stress è elevato. Queste donne dovrebbero poter usufruire di un’assistenza specia-lizzata. È possibile inoltre notare che il TSS deriva in ugual misura dalle voci P-CDI e DC. Media ± DS PD 28,25 ± 8,36 P-CDI 26,47 ± 8,41 DC 33,58 ± 8,46 TSS 88,40 ± 21,83 I risultati ottenuti nel PSI hanno una distribuzione gaussiana, dunque è possibile calcolare media e deviazione standard, come mostrato da questa tabella. Nell’MHQ, i risultati disfunzionali sono stati i seguenti: N % Ansia ( A ) = 11 21 29,2 Fobia ( F ) = 11 7 9,7 Depressione ( D ) = 11 15 20,8 Ossessione ( O ) = 11 10 13,9 Somatizzazione ( S ) = 11 5 6,9 Istrionicità ( I ) = 11 2 2,8 Senza dubbio meritano attenzione i punteggi d’ansia, significativa nel 29,2% dei casi, depressione (20,8%) ed ossessione (13,9%). Nell’MHQ i punteggi non sono distribuiti in maniera normale. Nell’Hamilton Rating Scale for depression, l’analisi qualitativa rivela che il 45,8% del campione risulta lievemente depresso, poiché ha ottenuto un punteggio compreso tra 8 e 17. I punteggi ottenuti in questo test hanno una distribuzione nor-male, dunque media e deviazione standard sono rispettivamente: 11,96 ± 6,57. Il campione è stato suddiviso in due gruppi: casalinghe e lavoratrici, al fine di valutare in quale dei due è presente un livello maggiore di stress. Per stimare la correlazione statistica è stato utilizzato il test del Chi quadrato di Pearson. Si è partiti dal confronto tra la professione svolta dalle madri con il punteggio ottenuto nell’Hamilton: essa non è statisticamente significativa, poiché P = 0,149, anche se nel campione in questione per i livelli depressivi lieve (punteggi 8-17) e moderato (punteggi 18-24) risultano più depresse le casalinghe, per la depressione grave (punteggi = 25), invece, possiamo riscontrare una percentuale maggiore di lavo-ratrici (4,5%). Successivamente è stata messa a confronto la professione svolta con tutte le voci del Parenting Stress Index: per la sottoscala “PD” la correlazione non risulta significativa (P=0,38), ma appare subito palese che le casalinghe dimostra-no punteggi più elevati rispetto alle lavoratrici (21,4% contro 13,6%); per la voce “P-CDI” il valore di P è 0,97 (NS), ed anche qui possiamo notare un’interazione genitore-bambino lievemente più disfunzionale nelle casalinghe (32,1% delle ma-dri); nell’area “DC” il 39,3% di casalinghe ed il 27,3% di lavoratrici hanno ottenu-to punteggi elevati, mentre P=0,15 dunque non vi è significatività statistica. Infine, anche nella voce “TSS” o Total Stress Score, le casalinghe si sono rivelate più “stressate”: infatti ben il 53,6% ha ottenuto un punteggio = 91. Il valore di P è, in questo caso, 0,15 (NS). Per quanto riguarda il Middlesex Hospital Questionnaire, è stata utilizzata la medesima procedura del PSI: il confronto con la voce “ansia” è il seguente: = 10 N % = 11 N % Casalinghe 15 3,6 13 46,4 Lavoratrici 36 81,8 8 18,2 La correlazione statistica è altamente significativa: sono le casalinghe ad essere più ansiose rispetto alle lavoratrici, poiché, nel 46,4% dei casi hanno ottenuto un punteggio superiore a 10. Gli altri items dell’MHQ hanno dato i seguenti risultati: nelle voci “fobia”, “de-pressione” ed “ossessione” le casalinghe hanno ottenuto punteggi più disfunzionali delle lavoratrici (fobia = 17,9% casalinghe e 4,5% lavoratrici, P = 0,06 NS; depres-sione = 25% casalinghe e 18,2% lavoratrici, P = 0,48 NS; ossessione = 17,9% casa-linghe e 11,4% lavoratrici, P = 0,43 NS). Nelle voci “somatizzazione” ed “istrioni-cità” sono state, al contrario, le lavoratrici ed ottenere risultati più elevati (somatiz-zazione = 3,6% casalinghe e 9,1% lavoratrici, P = 0,36 NS; istrionicità = casalin-ghe 0% e lavoratrici 4,5%, P = 0,25 NS).

CONCLUSIONI Possiamo affermare che questa ricerca confermi pienamente la teoria dell’attac-camento, poiché le madri che hanno ottenuto punteggi disfunzionali nel Parenting Stress Index, hanno poi manifestato punteggi patologici anche nei risultati di Hamilton ed MHQ. Questo dato implica, infatti, che queste donne non espletino l’adeguato ruolo di “Base Sicura”. Inoltre, nonostante non ci sia significatività sta-tistica (P=0,15) i “bambini difficili”, valutati nella voce “Difficult Child” del PSI/ SF, si riscontrano maggiormente tra le donne casalinghe, le quali, a loro volta, pre-sentano livelli più elevati di ansia e depressione rispetto alle lavoratrici. È quindi possibile che le madri che svolgono il ruolo di “Base Sicura” (nel campione consi-derato si tratta per lo più di casalinghe), abbiamo dei figli con pattern d’attac-camento disfunzionali. Il PSI/SF si è rivelato, pertanto, un utile strumento per la prevenzione di eventuali disagi nel rapporto madre-bambino in quanto efficace nel segnalare precocemente disagio nella relazione di reciprocità e permettere l’even-tuale e specifico percorso terapeutico.

RIASSUNTO Questo studio intende verificare la teoria dell’attaccamento tramite una valutazione sperimentale condotta presso due studi pediatrici di Paternò (Ct), su un campione costituito da 72 madri di bambini di età compresa tra i tre ed i quattro anni. I test utilizzati sono stati Parenting Stress Index/Short Form, MHQ ed Hamilton Rating Scale for Depression. Dal-l’analisi statistica è emerso che le madri che non sono una “Base Sicura” per i piccoli, mo-strano disfunzioni personali, individuate anche dai questionari Hamilton ed MHQ. A loro volta i figli di queste donne (per lo più casalinghe) potrebbero sviluppare dei pattern d’at-taccamento deficitari, come dimostrato dalla voce “Difficult Child”, dove i punteggi elevati sono più comuni tra casalinghe.

SUMMARY This study means to verify the theory of the attachment through an appraisal experien-ces lead them near two pediatric studies of Paternò (Ct), on a champion constituted from 72 mothers of children of age comprised between the three and four years. The used tests have been Parenting Stress Index/Short Form, MHQ and Hamilton Rating Scales for Depression. From the analysis statistics it is emerged that the mothers who are not a “Sure Base” for the little ones, show personal dysfunctions, characterized also from questionnaires Hamilton and MHQ. To they it turns the sons of these women (generally housewives) could develop of the pattern of attachment deficit, like demonstrated from the voice “Difficult Child”, where the high scores are more common between housewives.

BIBLIOGRAFIA ABIDIN R.R., Parenting Stress Index/Short Form. Test Manual, University of Virginia, 1990. ABIDIN R.R., Parenting Stress and its relationship to child care, in children’s Healt care. 18, 114-117, 1989. BOWLBY J., Attaccamento e perdita. L’attaccamento alla madre. Vol.1, Bollati Boringhieri. Torino, 1989. BOWLBY J., Attaccamento e perdita. La separazione dalla madre. Vol.2, Bollati Boringhieri. Torino, 1975. BOWLBY J., Attaccamento e perdita. La perdita della madre. Vol.3, Bollati Boringhieri. Torino, 1983. BOWLBY J., A Secure Base. Basic Books. New York, 1988. RYGAARD N.P., Il bambino abbandonato: guida al trattamento dei disturbi dell’adat-tamento. Giovanni Fioriti. Roma, 2007.

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